- Link all’articolo scientifico: Maggini, N. (2022). New Challenges for Representative Democracy: The Changing Political Space in Western Europe. Italian Journal of Electoral Studies QOE – IJES, Early View.
Quali e quante dimensioni caratterizzino lo spazio politico sono argomento ricorrente nella letteratura di scienza politica. Negli ultimi decenni in Europa occidentale (e non solo) l’ascesa elettorale di partiti nazionalisti e partiti anti-establishment ha politicizzato nuove questioni: Unione europea, globalizzazione, immigrazione, cambiamenti climatici. Molti studiosi hanno iniziato a domandarsi se le dimensioni ideologiche che prima di questi mutamenti erano solite definire lo spazio politico delle democrazie europee fossero ancora rilevanti.
Non più solo destra e sinistra: le competizioni elettorali tra economia e cultura
Fino a tutti gli anni Settanta, la rappresentazione più diffusa della competizione elettorale prevedeva due partiti o coalizioni principali in concorrenza tra loro, in uno spazio per lo più unidimensionale – solitamente identificato con il continuum sinistra-destra – largamente riconoscibile dai cittadini. A quell’epoca si contrapponevano un polo “progressista” ed uno “conservatore”, il primo a sinistra favorevole ad uguaglianza economica e pluralismo culturale, il secondo a destra a favore di libertà economica e uniformità culturale. Da allora nel tempo, con riferimento agli atteggiamenti individuali riguardo alle politiche, le questioni economiche e quelle culturali sono andate separandosi e lo spazio politico è diventato sempre più bidimensionale. Sulla dimensione economica i sostenitori della redistribuzione economica si contrappongono ai sostenitori del laissez-faire. Sulla dimensione con al centro questioni di ordine sociale e culturale il contrasto è tra posizioni ecologiste, alternative e libertarie post-materialiste (GAL) da un lato e posizioni tradizionaliste, autoritarie e nazionaliste (TAN) dall’altro. Alcuni sostengono che queste posizioni possono essere combinate con preoccupazioni per la diversità e l’identità di gruppo in un mondo sempre più multiculturale e globalizzato.Altri, al contrario, sostengono che le tematiche legate all’integrazione europea e alla globalizzazione non sono connesse agli elementi libertari-autoritari della dimensione GAL-TAN, ma costituiscono una terza dimensione a sé stante.
Età, generazioni e atteggiamenti politici
Tipo di partito votato e coorte di nascita possono aiutare a comprendere il diverso grado di strutturazione ideologica delle opinioni dei cittadini. Alcune ricerche sulla competizione partitica, infatti, hanno mostrato come i partiti della destra radicale populista o i partiti nuovi/anti-establishment combinino strategicamente, per espandere le loro basi elettorali, pacchetti di questioni e tematiche – issues, per gli anglofoni – in maniera non ideologica (ovvero che non riflette la tradizionale contrapposizione progressisti-conservaotri), ad esempio mescolando posizioni anti-immigrazione con posizioni progressiste sulle libertà personali. Il cambiamento politico, peraltro, avviene soprattutto tramite le nuove generazioni. C’è il cosiddetto “effetto età”, per cui i giovani hanno in genere opinioni politiche meno stabili rispetto agli anziani e sono più aperti all’innovazione. E c’è il cosiddetto “effetto generazione”, per cui quel che conta nel definire gli atteggiamenti politici nelle diverse fasce di età è il periodo in cui avviene la socializzazione politica. Se i giovani degli anni 2000 sono stati socializzati alla politica in un periodo storico segnato dalle questioni riguardanti l’immigrazione, l’integrazione europea, la globalizzazione e l’ambiente, le persone più anziane, al contrario, sono cresciute nel periodo della creazione e del consolidamento del welfare state, caratterizzato prevalentemente dal conflitto economico sinistra-destra.
Alla luce delle trasformazioni descritte e delle conoscenze acquisite ha ancora senso interpretare le preferenze degli elettori sulle tematiche economiche, culturali e transnazionali attraverso una onnicomprensiva e unica dimensione ideologica basata sull’antitesi progressista-conservatore? Ha più o meno senso a seconda del tipo di partito votato dagli elettori? I giovani hanno posizioni meglio rappresentabili su uno spazio politico multidimensionale rispetto a chi non è più giovane? Su queste domande si è concentrato uno studio della Statale di Milano.
Un test empirico
Per rispondere a queste domande la ricerca si è avvalsa di dati da survey originali provenienti dall’indagine Cise-ICCP che registra le preferenze degli elettori sui temi al centro delle campagne elettorali di sette paesi dell’Europa occidentale (Austria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Regno Unito), nel contesto di elezioni politiche che si sono svolte tra il 2017 e il 2019.
Le dimensioni dello spazio politico sono state studiate indagando il posizionamento degli intervistati su una serie di temi. Tutti riconducibili a tre ambiti: l’ambito economico (con questioni legate alla tassazione, allo stato sociale, alle norme sul mercato del lavoro, all’intervento del governo nell’economia), l’ambito culturale (con tematiche come il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’aborto, l’eutanasia, l’ordine pubblico, l’ambientalismo, la partecipazione democratica, l’uguaglianza di genere) e l’ambito transnazionale (con tematiche relative all’integrazione europea, alla globalizzazione e all’immigrazione). Questi ambiti possono essere interpretati come le tre dimensioni discusse in letteratura: la dimensione economica sinistra-destra, la dimensione culturale GAL-TAN e la dimensione integrazione sovranazionale-demarcazione nazionale.
In ciascun gruppo di domande riconducibili a uno specifico ambito viene messa alla prova la coerenza dell’intervistato rispetto alla dimensione corrispondente. Per esempio nell’ambito culturale un elettore che si dichiara favorevole al matrimonio fra individui dello stesso sesso è coerente se allo stesso tempo si dichiara favorevole all’aborto, all’eutanasia e a politiche di protezione ambientale. In questo caso si può affermare che la dimensione culturale GAL-TAN è rilevante per la scelta di voto.
Nell’ipotesi che queste tre dimensioni siano fortemente correlate fra loro e che quindi sia un’unica dimensione riassuntiva progressisti-conservatori a informare le scelte degli elettori ci aspettiamo per esempio non solo che elettori fortemente favorevoli ad aumentare le tasse e la spesa per le politiche sociali siano anche fortemente favorevoli a un maggiore intervento dello stato in economia ma anche che sostengano i matrimoni fra individui dello stesso sesso, misure di salvaguardia dell’ambiente, e politiche di maggiore integrazione europea e apertura all’immigrazione. L’indice di coerenza utilizzato sia per ciascun ambito, sia nell’ipotesi di un’unica dimensione riassuntiva progressisti-conservatori varia da zero a uno. Il valore minimo significa che nessuna risposta alle domande relative a una dimensione specifica è coerente, mentre il massimo significa che il 100% di tali risposte è coerente. Ogni qual volta un intervistato fornisce risposte poco coerenti con la dimensione latente ipotizzata (per esempio con riferimento alla dimensione “economica” dichiarando di volere la diminuzione delle tasse e della spesa sanitaria e allo stesso tempo di volere un maggiore intervento dello stato in economia) possiamo concludere che tale dimensione ipotetica non è rilevante nello strutturare le sue preferenze.
La Tabella 1 riporta, per ciascun paese, i valori medi dell’indice di coerenza delle risposte individuali alle domande su temi economici (sinistra-destra economica), culturali (GAL-TAN) e transnazionali (integration-demarcation) e i valori medi dell’indice di coerenza rispetto alla dimensione riassuntiva progressisti-conservatori, disaggregati per partito votato e per fascia di età (giovani vs. non giovani). Le domande sottoposte per verificare la coerenza rispetto alla dimensione riassuntiva ricomprendono tutte le domande sottoposte per le altre tre dimensioni e nessuna altra. La scarsa coerenza rispetto a una delle dimensioni individuate a priori segnala che quella dimensione non è particolarmente rilevante.
Scarsa coerenza rispetto ad unica dimensione riassuntiva progressisti-conservatori
I dati mostrano che gli elettori dei partiti sfidanti (in particolare i partiti della destra radicale populista) sono ideologicamente più incoerenti rispetto agli elettori dei partiti tradizionali. Per quanto riguarda la dimensione onnicomprensiva progressisti-conservatori, infatti, i valori più bassi dell’indice di coerenza sono riportati dalle risposte degli elettori dell’FPÖ in Austria (0,201), dell’AfD in Germania (0,196), della Lega in Italia (0,186), del PVV nei Paesi Bassi (0,128), di Vox in Spagna (0,211), dello UKIP nel Regno Unito (0,179). In Francia ciò si verifica per gli elettori del partito di Macron (EM), un nuovo partito centrista che vuole comunque superare la tradizionale distinzione progressisti-conservatori.
Non tutti gli elettori dei partiti tradizionali sono coerenti con la dimensione riassuntiva progressisti-conservatori. Lo sono soprattutto gli elettori dei partiti di centrosinistra. In Italia, ad esempio, il 41,7% delle posizioni degli elettori del PD su tutti i temi di policy rilevanti è coerentemente progressista, mentre la percentuale di coerenza è molto più bassa tra gli elettori di Forza Italia (21,4%). In alcuni paesi a essere maggiormente coerenti con la dimensione riassuntiva progressisti-conservatori sono gli elettori dei partiti Verdi o dei nuovi partiti populisti di sinistra. È il caso di GroenLink nei Paesi Bassi, dei Grünen in Austria e in Germania, e di Podemos in Spagna.
La Tabella 1 mostra anche che in generale le posizioni delle persone non giovani sono leggermente più coerenti con la dimensione riassuntiva rispetto alle posizioni dei giovani. Con l’eccezione di Olanda e Italia, dove l’indice di coerenza mostra un valore leggermente più alto tra i giovani.

All’interno delle tre dimensioni specifiche (destra-sinistra economica, GAL-TAN e integrazione-demarcazione), gli elettori socialisti/socialdemocratici e gli elettori della sinistra radicale assumono le posizioni più coerenti sulle tematiche economiche (cioè posizioni di sinistra), mentre gli elettori verdi mostrano posizioni coerenti (ossia GAL) soprattutto sulle tematiche culturali. Al contrario, sulle tematiche relative all’asse integrazione sovranazionale-demarcazione nazionale, le posizioni più coerenti sono assunte dagli elettori dei partiti di destra radicale (con percentuali di coerenza sempre superiori al 55%). Tranne in Spagna (dove le posizioni anti-immigrazione degli elettori di Vox non si combinano con posizioni anti-Ue).
In ogni dimensione specifica, i giovani tendono ad assumere posizioni più incoerenti rispetto ai non giovani. Tranne in Austria e soprattutto in Francia per quanto riguarda la dimensione GAL-TAN, in Spagna per quanto riguarda la dimensione integrazione-demarcazione. La maggiore incoerenza ideologica dei giovani riguarda la dimensione economica. Fa eccezione l’Italia dove i giovani sono sostanzialmente sempre i più coerenti rispetto a tutte le dimensioni considerate.
Uno spazio politico in fase di ristrutturazione “differenziata”
La tradizionale distinzione progressisi-conservatori (sinistra-destra in generale) sembra aver perso un po’ ovunque la capacità di ordinare le preferenze degli elettori sui temi proposti dai partiti. Lo spazio politico non è però del tutto destrutturato. Per gli elettori dei partiti di sinistra o in alcuni casi dei partiti ambientalisti, la dimensione riassuntiva progressista-conservatore è ancora rilevante. In maniera simile, anche la dimensione economica sinistra-destra sembra contare in media per gli elettori della sinistra socialdemocratica o radicale, soprattutto se over 35. In generale, per le nuove generazioni la tradizionale dimensione economica sinistra-destra è meno rilevante (ma non in Italia), delle dimensioni legate ai temi culturali (GAL-TAN) o transnazionali nello strutturare le loro preferenze politiche. Infine, sebbene gli elettori della destra radicale populista siano i più incoerenti rispetto alla generale distinzione progressista-conservatore, risultano molto coerenti rispetto alla dimensione integrazione sovranazionale-demarcazione nazionale.
In ultima analisi più che uno spazio politico destrutturato sembra affermarsi uno spazio politico in fase di ristrutturazione differenziata: ovvero dove si vanno affermando principi a partire dai quali gli elettori strutturano le loro preferenze, ma questi sono diversi a seconda dell’età e dei partiti votati.