- Link al testo scientifico: Mattei P., Democratizing Science: The Political Roots of the Impact and Public Engagement Agenda, Bristol University Press (2022)
L’amministrazione pubblica del nuovo millennio sta cambiando. Si va affermando un nuovo modello (quello che gli anglofoni chiamano public governance) incentrato sull'interazione e la cooperazione tra attori statali e non statali, guidato da un mix pubblico-privato e dal rapporto con la cittadinanza (il cosiddetto public engagement). In questo mutato ambiente politico, un cittadino non è più mero beneficiario passivo della benevolenza statale. Il suo ruolo è elevato a quello di co-produttore di servizi pubblici.
I nuovi compiti di coproduttore richiesti dalla “governance collaborativa” sono ben diversi da quelli previsti tradizionalmente per i cittadini nella loro interazione con i funzionari pubblici e lo Stato – come votanti, destinatari di regole e beneficiari di servizi pubblici. Le agenzie governative hanno posto la partecipazione dei cittadini in cima alla loro agenda comunicativa e politica. La partecipazione della cittadinanza è diventata emblema di buona amministrazione e affidabilità delle autorità pubbliche.
Tra i suoi tanti benefici la partecipazione riduce i costi e rende più legittimi i tagli finanziari impopolari. È anche un modo per dislocare la fornitura di servizi pubblici – o almeno alcuni suoi aspetti – a Ong, associazioni della società civile con competenze specifiche e il sostegno delle comunità locali. Per questo viene vista positivamente dai funzionari pubblici e dai politici.
Cittadini come co-produttori di servizi pubblici
L'interazione tra funzionari pubblici, professionisti, impiegati allo sportello (street-level bureaucrats, dicono gli anglofoni) e cittadini è stata a lungo mediata attraverso i mercati: lo Stato imprenditoriale delegava le responsabilità di fornitura pubblica ad attori sociali e Ong attraverso accordi di mercato o quasi mercato. La responsabilità di mercato era una componente importante della relazione tra fornitura statale e società.
Qual è la differenza tra un cliente o un committente di un servizio e un co-produttore di quel servizio, quando collaborano con le strutture e i funzionari dello Stato? Il cliente o il committente si rivolge alle agenzie pubbliche e collabora per fornire servizi pubblici, ma ciò avviene per interessi privati e per un beneficio personale. Chi beneficia della previdenza sociale, ad esempio, si rivolge al governo per ricevere un prodotto privato e individualizzato. I cittadini che collaborano con le agenzie pubbliche come co-produttori – in quanto membri di una comunità – promuovono invece beni sociali e pubblici.
Politiche governative di coinvolgimento pubblico dovrebbero essere progettate considerando il punto di vista delle comunità locali e della cittadinanza in generale. Così facendo si passerebbe da un modello di politiche pubbliche top-down, dall'alto verso il basso – prodotte per ottenere risultati utili solo ai “produttori” delle politiche e ai politici – a un modello progettato per esiti davvero voluti dai cittadini. Per questa ragione il ciclo di formulazione delle politiche non dovrebbe essere più visto come un processo ‘dall'alto verso il basso’, ma sempre di più come una negoziazione tra diversi attori del sistema politico, in cui gli utenti finali richiedono un ruolo maggiore nella co-produzione dei beni pubblici. Uno studio di Ackermann del 2004 propone un modello di co-governance come il migliore possibile per promuovere il coinvolgimento civico e per sfruttare al massimo le risorse migliori che la società civile può offrire.
Il modello di coproduzione proposto originariamente da Carayannis (e altri) nel 2013 è uno dei contributi più importanti fra quelli che si propongono di cambiare le politiche della ricerca scientifica tramite il coinvolgimento pubblico. La coproduzione, al contrario della visione lineare tradizionale del processo di creazione della conoscenza, è un approccio dialogico in cui gli stakeholder sono integrati in ogni fase del progetto di ricerca. I meccanismi tradizionali, dalla ricerca di base fino all'applicazione dei suoi risultati, sono stati messi alla prova in particolare nelle scienze sociali dove si percepisce sempre più forte il bisogno di procedure non lineari e flessibili (vedi uno studio di LERU del 2017).
Scienza e public engagement
L'ipotesi principale alla base del coinvolgimento pubblico nella scienza – per quanto riguarda l'istruzione superiore – è la seguente: l’pprendimento reciproco che deriva dall'interazione e dal dialogo tra scienziati e pubblico genererà fiducia nella scienza e supporto affinché siano elaborate politiche basate sull'evidenza scientifica. Dal 2000, il coinvolgimento pubblico è diventato una strategia governativa internazionale “mainstream” per risolvere la crisi di fiducia pubblica. Esempi di questa evoluzione in favore del public engagement, si rintracciano in atti di governo sia a livello europeo, sia a livello nazionale. L’EU Action Plan on Science and Society del 2001-2006 e l’EU White Paper on Governancemanifestavano preoccupazioni chiare sulla perdita di fiducia pubblica nella scienza. Questo problema era centrale in particolare nel White Paper. Le nuove tecnologie, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale sono alcune delle aree chiave di coinvolgimento e mobilitazione del pubblico. Più di recente, l’Horizon Europe per la ricerca e la tecnologia ha enfatizzato la centralità di innovazione e ricerca responsabile (IRR), che orienta la ricerca verso la società e una nuova cooperazione tra scienziati e pubblico. Il coinvolgimento del pubblico costituisce il nucleo centrale dell’IRR e di questa nuovo orientamento. Se il pubblico è coinvolto, ci si aspetta che la formulazione di politiche scientifiche e tecnologiche diventi più legittima, sostenibile e responsabile.
Così, il coinvolgimento del pubblico sembra migliorare l’affidabilità e la trasparenza. Aiuta gli scienziati a coinvolgere la società in modo proattivo e a rispondere alle esigenze delle persone, non solo alle pressioni commerciali. La scienza non è più un club esclusivo, un’attività riservata a scienziati isolati e distanti, esperti ed élite politiche. Nuovi assetti di governance sono stati adottati da agenzie di valutazione e finanziamento della ricerca. Il coinvolgimento del pubblico non è monolitico, include una varietà di metodi e strumenti di policy (tra cui la consultazione, la partecipazione e il coinvolgimento diretto nelle strutture amministrative delle agenzie). C’è grande eterogeneità riguardo ai contenuti e all’ambito geografico delle attività di coinvolgimento del pubblico. Queste variano dai singoli progetti scolastici con le comunità locali alle conferenze nazionali e agli eventi di divulgazione, dall’interazione con un pubblico generalista alla diffusione dei risultati scientifici attraverso nuove piattaforme di social media. Nella letteratura sul coinvolgimento del pubblico, la gamma di metodi, politiche e pratiche (locali e nazionali) per il coinvolgimento del pubblico è davvero vasta.
Le future sfide dell'ottimismo basato sull'evidenza
“Citizen science”, è un termine – usato in inglese per indicare una scienza dei cittadini, partecipativa, che coinvolge il pubblico – con significati molteplici e contrastanti, ed è ben lungi dal rappresentare una concettualizzazione univoca del coinvolgimento pubblico nella scienza.
Si può distinguere tra un approccio dall'alto verso il basso e un approccio dal basso verso l'alto. Inquadrare il ruolo del cittadino come raccoglitore di dati volontario e co-produttore si avvicina a una visione top-down, dall'alto verso il basso, della partecipazione (come per esempio nell'arruolamento dei pazienti in grandi studi clinici e progetti di ricerca medica). L'approccio bottom-up – dal basso verso l'alto – invece, enfatizza le pratiche che si allineano strettamente con il coinvolgimento attivo e diretto dei cittadini dal basso. Questo modello favorisce il coinvolgimento del pubblico profano nella conduzione e nella gestione dei progetti di ricerca.
I cittadini non sono soggetti passivi di ricerca e dovrebbero invece avere il potere di definire l'orientamento e gli obiettivi della scienza nella società. L’approccio dall'alto verso il basso presenta alcuni rischi quando la partecipazione pubblica è vista come strumentale dalle agenzie di finanziamento governative (ovvero, come una strategia per migliorare le sovvenzioni per la ricerca e l'impatto della ricerca senza un impegno genuino verso beni sociali condivisi). In alcuni contesti, la scienza partecipativa è stata utilizzata anche come strategia di raccolta fondi, per coinvolgere filantropi e individui facoltosi. C’è quindi una certa confusione tra le strategie dei governi che puntano a migliorare la fiducia pubblica nella scienza – vista come un bene collettivo sociale – e quelle messe in atto per promuovere precisi interessi finanziari e alcuni specifici obiettivi di ricerca a scapito di altri. In breve, la partecipazione pubblica può essere molto accattivante per i governi interessati a portare avanti la ricerca che richiede una grande mole di lavoro e dati in modo efficiente. Ma a meno che non promuoviamo una concezione post-positivistica della scienza e delle politiche, intese come caratteristica della scienza post-normale come proposto da Funtowicz e Ravetz, il rischio è di non riuscire nell’intento di democratizzare la scienza.
Scienza partecipativa, governance collaborativa e partecipazione pubblica hanno fatto grande affidamento sull’aspettativa che i cittadini cambino il loro atteggiamento nei confronti delle politiche basate sull'evidenza e trasformino le loro interazioni con la comunità accademica, abbandonando la loro passività e mostrando maggiore entusiasmo per i fatti scientifici. Sfortunatamente, però, nel dibattito attuale la relazione tra esperti e democrazia è ancora dominata dalla nozione di autorità pubblica. Pertanto la relazione tra società e scienza resta ancora influenzata dalla errata assunzione che sia possibile migliorare la fiducia dei cittadini fornendo loro più fatti, più dati e più evidenze secondo un approccio ancora troppo top-down, dall'alto verso il basso.