In molti paesi attraversati dall’emergenza coronavirus le istituzioni scientifiche e i network dei ricercatori stanno dando un contributo importante al dibattito pubblico e alle scelte delle istituzioni. Molti centri di ricerca pubblicano un-refereed work-in-progress – cioè contenuti parziali, in continua evoluzione – per permettere la circolazione immediata di risultati potenzialmente utili. I blog scientifici dedicano ampio spazio ad analisi e proposte. Anche le comunità epistemiche riconducibili alle scienze politiche e sociali sono impegnate nella produzione e circolazione di conoscenze utili. In Gran Bretagna, ad esempio, il Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage) – ossia la task force di consulenti ingaggiata dal governo per fronteggiare le emergenze – ha fra i suoi membri, accanto agli epidemiologi, numerosi esponenti delle scienze comportamentali. Sono stati proprio questi scienziati a far cambiare idea alla squadra di Boris Johnson in merito alla cosiddetta immunità di gregge.
In Italia no: purtroppo persiste un grave ritardo. Le istituzioni pubbliche ignorano ancora i preziosi suggerimenti che le scienze politiche e sociali potrebbero offrire per la risoluzione di problemi di rilevanza pubblica.
Eppure proprio ora ci sarebbe molto bisogno del loro contributo, da mettere a disposizione il prima possibile di chi è responsabile delle decisioni politiche.
Per questo NaspRead.eu, con l’obiettivo di incentivare e facilitare la cooperazione tra scienziati sociali e politici a servizio della collettività, nelle prossime settimane si propone di raccogliere e rendere visibili scritti con le seguenti finalità e caratteristiche:
- fornire conoscenze e idee utili per affrontare e risolvere i problemi di qualsiasi natura generati dal Coronavirus, quelli immediati e quelli destinati a sopravvivere all’emergenza medica;
- far circolare contributi già presenti in rete, ma poco visibili per un utilizzatore di medie competenze;
- dare informazioni su buone pratiche sperimentate in altri paesi;
- essere in italiano, con un linguaggio accessibile ai non esperti;
- essere tempestivi;
- essere gratuiti e aperti a tutti, senza alcuna restrizione;
- avere una base scientifica verificabile e fornire le fonti per ulteriori approfondimenti;
- rifarsi alla più ampia definizione possibile del campo delle scienze politiche, sociali e comportamentali;
- superare una rapida, sommaria reviewda parte di responsabili di area prima della pubblicazione.
Gli scritti dovranno essere inviati tramite posta elettronica a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e non dovranno superare una lunghezza massima di 1500 parole.
Le ragioni della proposta
Nelle situazioni di crisi, le comunità epistemiche hanno dei vantaggi rispetto a quelle politiche e amministrative:
- sono abituate alla collaborazione, alla circolazione delle informazioni e delle idee;
- ragionano su scala internazionale;
- utilizzano i network digitali;
- considerano il continuo aggiornamento come un valore.
Le epistemic communities, come vengono definite in ambito anglosassone, hanno anche dei limiti. Ma questo è il momento di mettere a servizio delle istituzioni e del pubblico le nostre risorse, superando divisioni e idiosincrasie.
La situazione italiana
Come anticipavamo, in Italia il contributo che le scienze sociali possono dare alla soluzione di problemi di rilevanza pubblica è purtroppo ignorato dalle istituzioni. A prescindere dalle cause, nel caso del Coronavirus le evidenze sono schiaccianti.
Nel Comitato tecnico-scientifico istituito per l’occasione dal capo del Dipartimento della protezione civile, che comprende dirigenti del Ministero della salute, non figura alcun ricercatore di scienze non mediche. Per questo, colpisce e ferisce leggere su una rivista internazionale l’appello di undici medici dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo:
“Questa epidemia non è solo un problema delle terapie intensive. Piuttosto, è una crisi umanitaria e di salute pubblica. Richiede scienziati sociali, epidemiologi, esperti in logistica, psicologi e assistenti sociali. Abbiamo urgente bisogno di agenzie umanitarie che riconoscano l’importanza del coinvolgimento e della cooperazione locale”.
NaspRead.eu non vuol fare cadere questo invito.
Le scienze sociali e politiche servono ora e serviranno ancora di più dopo.
La redazione di NaspRead